On line e off line. Connessi e sconnessi. Parole chiave della contemporaneità che si fanno marcatori di destini personali. Segnalando i vincenti e i perdenti. I ricchi e i poveri di contatti sociali. Rapporti ridotti a misura del valore soggettivo, credendo di possedere senza essere posseduti. In realtà, a dispetto della tanto proclamata autosufficienza dell'io, l'esperienza è sovente scandita da interazioni crudeli, che segnalano all'individuo di essere la parte instabile di una relazione. E la sua metà, singolare o plurale, che egli pensa di dominare o addirittura di aver tolto, non finisce mai di farsi sentire, facendo male.
L'amore non corrisposto, il rifiuto subito a scuola, la stigmatizzazione perché fisicamente o psicologicamente "diversi", l'isolamento negli ambienti di lavoro, il venire trascurati dalla propria famiglia costituiscono infatti vicende dolorose che quasi tutti gli esseri umani, chi più chi meno, vivono nel corso dell'esistenza. Costringendoli a grandi sforzi, spesso avvilenti o alienanti, votati a riconquistare accettazione. Lotte cognitive, emotive e comportamentali che ruotano attorno al fenomeno dell'ostracismo, ossia l'essere esclusi, respinti e ignorati.
(Einaudi, Torino 2010)
Sommario:
I. La vita fai da te.
II. L'ostracismo nelle relazioni umane. III. Essere ignorati. IV. Essere respinti. V. Essere esclusi. VI. Diventare più buoni, o del servilismo sociale degli ostracizzati. VII: Diventare più cattivi: quando gli ostracizzati dicono "basta". Nota conclusiva. Indice dei nomi.

Mente & Cervello: Come si precipita nella spirale dell'esclusione

 
N.72, ANNO VIII, DICEMBRE 2010

Ranieri Salvadorini
Con il suo ultimo libro, Adriano Zamperini, esperto di psicologia sociale, aggiunge un altro importante, originale e inedito tassello a quella grammatica delle relazioni interpersonali di cui sta costruendo l'impianto scientifico. Gli ostracizzati sono il punto di osservazione privilegiato dall'autore - il sentire del singolo è decisivo per decifrarne le aspettative - e mostrano come il meccanismo dell'esclusione sociale si inscriva nella soggettività di ciascuno. Gli esseri umani, spiega Zamperini, da un lato sono spinti da continue pressioni sociali a valorizzare se stessi fino al mito dell'autosufficienza (in gergo: individualizzazione dell'individuo) verso l'ideologia del self made man, dove self va inteso qui in senso psicologico, come autonoma costruzione del sé; dall'altro lato, pressioni opposte li richiamano a una vita iperconnessa e altamente relazionale. Secondo l'autore, l'ostracismo è il termometro di questa schizofrenia, amplificata dall'evolversi delle nuove possibilità tecnologiche. Oltre ai meccanismi di spettacolarizzazione tipici della società egocentrica, anche la cultura, insiste Zamperini, veicola messaggi patologici; dai manuali per "non essere esclusi dalle chat" a quelli per "essere notati da", l'idea sottotraccia è sempre la stessa: "Si vuol far credere di poter possedere gli altri senza esserne posseduti".
Essere esclusi mette a repentaglio autostima, appartenenza, senso del controllo e l'esigenza di una vita significativa. Insomma, ferisce. Su questi aspetti Zamperini si sofferma a lungo perché, spiega, gli individui sono sensibili a come vengono percepiti dagli altri, così da sintonizzarsi di continuo sulle loro reazioni e i loro umori. Ecco che le strategie che mettono in campo per gestire questa sofferenza sono le più disparate e l'autore ne costruisce una vera fenomenologia: dai bambini marginalizzati a scuola sino ai "respingimenti" degli emigranti, passando per le situazioni più ordinarie nei luoghi di lavoro, in famiglia, in Internet. Il libro è chiuso da un'impressionante disamina della strage di Columbine, quando gli "ostracizzati diventano cattivi", la deriva alternativa a quella del servilismo: quando gli esclusi sono pronti a tutto, pur di farsi accettare.


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